Una forte scossa per far per ripartire l’Italia
Gli interventi di Massimo di Menna e Carmelo Barbagallo. Le immagini delle manifestazioni di Trento, Roma e Milano e sul sito della Uil gli aggiornamenti dai territori e le foto. |
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UIL Scuola, 12 Dicembre 2014, Cominicati-Documenti »
Con lo sciopero il paese reale ha dato la scossa al Governo Una giornata utile non solo per dar forza ai lavoratori, ai pensionati ma all'intero Paese. Il premier Renzi ha detto di rispettare chi sciopera ed il sindacato, non basta, deve aprire un confronto per ascoltare, discutere le nostre rivendicazioni che sono alla base dello sciopero. Potremmo fare un elenco lungo, mi limito a citarne sette:
Tutte ragioni per lo sciopero, dopo che il Governo ha negato confronti, si è chiuso in decisioni senza ascolto. A nulla è servito l'incontro a Palazzo Chigi con il ministro Madia, addirittura il ministro del Lavoro, anziché convocare subito i sindacati, si è “offeso” ed ha chiuso ogni trattativa determinando un nulla di fatto: siamo di fronte ad un ministro del Lavoro che sfugge al suo dovere istituzionale che è quello di evitare scioperi ed ascoltare chi rappresenta i lavoratori. Lo stesso Presidente del Consiglio deve ora, dopo la giornata di sciopero, aprire il confronto. È' questo che serve al Paese. Da domani ci impegniamo per fare in modo che ci sia la ripresa dell’ iniziativa Uil, Cgil, Cisl per un confronto con il Governo e per rafforzare la mobilitazione. Quella dello sciopero non è la giornata conclusiva. Il governo inizi con i contratti, perché è il peggiore datore di lavoro. Il Governo non può limitarsi a descrivere o raccontare il paese, deve decidere, nell'ottica della coesione; su questo il Governo è lento e lontano dalla realtà delle persone. Con lo sciopero il paese reale ha dato la scossa necessaria. Anche per la scuola abbiamo posto temi concreti:
Il risultato è che non si saranno aumenti per nessuno, né per anzianità, perché bloccate, né per merito, perché ancora tutto da definire. Non è così che si valorizza la scuola. Abbiamo proposte chiare: dare valore al lavoro, rinnovare il contratto, investimenti per l’istruzione per recuperare il ritardo rispetto agli altri paesi europei. |
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Oggi fermiamo Italia per farla ripartire "Oggi fermiamo l'Italia per farla ripartire nella direzione giusta": così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, in piazza a Roma per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per chiedere al governo di cambiare sul Jobs act, la legge di stabilità e la P.a. Prima della partenza del corteo Barbagallo ha detto ai giornalisti che oggi "milioni di lavoratori si astengono dal lavoro" e accanto a loro si mobiliteranno tanti pensionati e tanti giovani; "vogliamo fermare la caduta dell'economia italiana" ha spiegato. La protesta di oggi può convincere il governo a cambiare atteggiamento: "mi aspetto che il governo,quando parla di riforma del lavoro parli con i sindacati". Possibilità di confronto ci sono ancora - ha sottolineato - perché devono essere emanati i decreti attuativi della legge delega sul lavoro e perché la legge di stabilità è ancora in discussione al senato. L’economia "può ripartire se si mette mano alla questione fiscale e morale": le risorse per gli interventi chiesti dai sindacati si possono trovare contrastando l'evasione fiscale (150 miliardi) i costi della politica (27 miliardi) e corruzione. "Noi veramente vogliamo cambiare l'Italia, non a parole": ha detto Barbagallo dal palco della manifestazione a Roma. "Devono smetterla di raccontare storie, di fare promesse non mantenute, devono ridare dignità ai lavoratori, speranza ai giovani e certezze ai pensionati per sopravvivere a questa crisi. Se Renzi vuole fare una battaglia in Europa per eliminare quel vincolo stupido del 3% che sta impoverendo tutta Europa, siamo disposti a fare un'azione anche con i sindacati europei". "Siamo pronti ad accogliere l'appello di Napolitano. Accettiamo, ma non siamo stati noi a chiudere la porta al dialogo". Così Barbagallo, risponde al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invitato a riallacciare il filo del dialogo. "Faremo una nuova resistenza e questa piazza dimostra che ce la faremo". Così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha concluso il comizio a piazza Santi Apostoli, al termine del corteo di Cgil, Uil che ha sfilato per le vie di Roma. “Il presidente ci stupisca - ha detto - ci convochi: noi rappresentiamo la parte sana del Paese”. |
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Ultimo aggiornamento (Venerdì 12 Dicembre 2014 21:26)