TFA speciali: quanto devono continuare i ritardi?
TFA speciali: il ministro firmi il decreto. TFA ordinari: gli insegnanti che svolgono funzione di formatori vanno retribuiti: è impensabile che lo facciano gratis. |
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UIL Scuola, 21 Marzo 2013, Comunicato |
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Tfa speciali: un ritardo inaccettabileDi Menna: per il nuovo reclutamento va superato il meccanismo attuale che fa acqua da tutte le parti TFA SPECIALI E ORDINARI Un ritardo inaccettabile quello del ministero rispetto all’avvio dei TFA speciali – a denunciarlo è il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, sottolineando come dopo l’acquisizione di tutti i pareri di legge, i tirocini speciali non siano ancora partiti. L’impressione è che poteri accademici stiano davvero esagerando senza alcun rispetto per le persone e per la loro professionalità. Le cose – continua il segretario generale della Uil Scuola – a guardar bene non vanno meglio neanche rispetto ai TFA ordinari. Un laureato per diventare insegnante deve pagare per accedere ai test preliminari (quiz a risposta multipla) se supera la prova accede al tirocinio. E paga l’università per la parte di preparazione teorica. Si deve poi accedere ad una parte pratica. Le direzioni regionali selezionano le scuole nelle quali, i laureati che formati teoricamente vanno a formarsi praticamente con un insegnante della scuola ( per questo tipo di funzione di formazione/tutoraggio non è previsto alcun compenso, è impensabile che lo faccia ‘gratis’, le università con i soldi che prendono dai corsisti debbono prevedere una retribuzione attraverso delle convenzioni). Superato anche questo step, il laureato deve superare un altro concorso: quiz, prova scritta e orale. Se supera tutte le prove inizia ad insegnare ‘in prova’. Se si racconta un cosa del genere – mette in chiaro Di Menna - in qualsiasi paese europeo, nessuno ci crede. In prospettiva, per il nuovo reclutamento, bisogna superare questo sistema che fa acqua da tutte le parti. A considerare uno per uno i vari passaggi si scoprono tanti eccessi: il costo, tra quiz e formazione, che deve affrontare chi intende diventare insegnante; il tempo necessario per giungere all’immissione in ruolo; il peso nelle decisioni e nelle scelte affidato alle università; la poca attenzione riservata agli insegnanti nella loro funzione di formatori dei tirocinanti. Tre i punti della proposta Uil Scuola:
21 Marzo 2013 |
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Documentazione inviata da >
UIL Scuola Pisa |
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Ultimo aggiornamento (Giovedì 21 Marzo 2013 20:54)