Le spese per l’istruzione, la formazione e la ricerca devono essere ricomprese nella “Golden rule” e considerarle come spese di investimento fuori dal patto di stabilità.

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Federazione
UIL Scuola RUA

Comunicato stampa
Roma, 05 novembre 2019

Turi: Le spese per la scuola
sono spese di investimento
Valga la Golden rule

Redistribuzione, solidarietà, democrazia, sostenibilità: questa la nuova frontiera riformista.
Il voto parlamentare sia rivolto a principi che vedono nella scuola il luogo ideale per invertire la tendenza
Non si può parlare di scuola e di investimento sul futuro solo nelle campagne elettorali per dimenticarsene subito dopo quando si devono fare le scelte

Che la squadra di Governo del Miur non pensi più alle dimissioni, ma intenda intraprende un’azione decisa per fare valere le ragioni di azioni strategiche positive per il rilancio della scuola pubblica, è la notizia nuova che mostra una nuova voglia di invertire le politiche neoliberiste – sottolinea il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, dopo le affermazioni del sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro sul percorso parlamentare della manovra di bilancio.

L’esigenza di connettersi con un pezzo di Paese che interpreta il bisogno di cambiamento e futuro non si può limitare a non fare tagli, ma deve indicare la strada dell’investimento, del rilancio, magari facendo una battaglia in Europa per attivare per la scuola, la Golden rule, ed escludere dal patto di stabilità le spese di investimento.

Quelle per la scuola, vanno considerate spese di investimento – ammonisce Turi. È un fatto strutturale e politico. Dall’investimento in istruzione, anche in tempi di congiuntura economica difficile, possono uscire rafforzate le democrazie della vecchia Europa. Dalla scuola nasce e si sviluppa una azione culturale collettiva che tutela i cittadini e spinge contro le forze regressive.

La Uil Scuola non getta la spugna e farà ciò che è possibile per indicare la strada del rinnovamento e della vera azione riformista, che rilanci la scuola comunità, come base fondante della partecipazione, dell’inclusione, dell’integrazione, dell’accoglienza, della democrazia stessa.

Bisogna incominciare a dare al termine riformismo il giusto valore sapendo che ci sono riforme di destra e riforme socialdemocratiche – rilancia Turi.

Noi siamo per le seconde, quelle che vedono nella redistribuzione, nella solidarietà e nella visione democratica e della sostenibilità, la nuova frontiera riformista: ciò vale, ad esempio, per la tassazione sulla plastica monouso.

Una scommessa – rilancia Turi – che accogliamo positivamente e che è volta ad ottenere il voto su valori e principi di cui la scuola rappresenta il luogo ideale per invertire la tendenza.


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