TFA: Lettera aperta delle Consulte e Società scientifiche dell’Area 10 CUN
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Prof. Francesco Profumo. |
|
Documentazione disponibile >>>
|
|
al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e per conoscenza al Presidente del CUN Prof. Andrea Lenzi Nella nostra qualità di Consulte, di Società scientifiche dell’Area 10 CUN non possiamo tralasciare quanto avviene a livello nazionale nelle prove di accesso al Tirocinio Formativo Attivo (TFA) che si stanno svolgendo in questo periodo. Articoli di giornale anche di autorevoli autori, proteste da parte dei partecipanti alle prove stesse, commenti da più parti, primi angosciosi risultati (quante sedi con zero ammessi!) per prove già espletate ben dimostrano un generale depauperamento della nozione di cultura. In primis nella scelta dei quesiti: spesso ambigui, errati, catalogabili più come dati di enigmistica che come dimostrazioni di saperi. Vincono forse il merito, il sapere, il saper fare, le competenze? Vince la fortuna, in massima parte. Le persone che si presentano a questi concorsi e che noi abbiamo formato nelle nostre università sono le staffette dell’avvenire, delle giovani generazioni presenti e future. In maggioranza già insegnanti, da anni. Se poi ci soffermiamo su risultati già affissi e che riguardano più da vicino le discipline dell’Area 10 CUN profondi interrogativi si pongono sulle politiche culturali, sulle politiche linguistiche del nostro Paese … Sottesi a questi quiz si profilano modelli di insegnamento in cui le facoltà critiche vengono rimosse e mortificate a favore di un ibrido “minuzionismo”, con buona pace di quei descrittori di Dublino che cadenzano le declaratorie di tutte le classi di laurea triennali e magistrali. Come Facoltà (seppure trasformantisi in Dipartimenti) abbiamo allestito corsi di laurea magistrale abilitante: con quali ingredienti imbandire la tavola, se le prove di accesso al TFA si sono avvalse di nozionismo sotto il suo aspetto più negativo, di curiosità, di aneddotica? E ancora: in una fase di profondi cambiamenti organizzativi, di un’Università da anni cantiere aperto, di grandi difficoltà finanziarie sono state il più possibile messe in atto mobilitazioni straordinarie di docenti e collaboratori amministrativi, approntate accurate misure di sicurezza, controllo e vigilanza per garantire ai partecipanti il massimo rigore nella gestione dei test. Che cosa succederà ora? Difficile avanzare previsioni… Chi lavora nell’Università, affinché essa sia realmente di qualità, libera e democratica non può accettare in silenzio questa ulteriore pagina nera dell’Università e della Scuola italiane. È una protesta, un appello, una richiesta di modalità di valutazione consone alla professione di insegnante, di correttivi dei risultati di questa prima e fondamentale tappa concorsuale che dimostrino determinata e concreta consapevolezza di che cosa sia una cultura di crescita del nostro Paese. Firmatari ADI (Associazione degli Italianisti)
|
|
Ultimo aggiornamento (Lunedì 06 Agosto 2012 17:19)