Insegnanti e cittadini dalla stessa parte: questa legge va cambiata
1) Documentazione (sito esterno)
UIL Scuola, 24 ottobre 2014 Comunicato - Documento »
UIL Scuola La scuola entra nelle città Turi: fatta la legge le scuole sono state lasciate al “fai da te”Per fare funzionare le scuole, bisogna motivare i lavoratori, con un contratto veramente innovativo – parte dall’emergenza retributiva che vede l’Italia agli ultimi posti, peggio di noi in Europa fanno solo Estonia e Polonia – il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, oggi in Sardegna per la manifestazione a Cagliari. Solo un contratto innovativo, condiviso e finanziato adeguatamente, può trovare soluzioni che la legge voluta dal Governo non ha dato. Bisogna partire dalla scuola dell’autonomia. E’ lì la soluzione – commenta Turi. Occorre porre rimedio alle incongruenze della legge e cercare le soluzioni che consentano alle scuole il buon funzionamento. Le scuole non sono uffici pubblici o imprese private. Sono istituzioni sociali i cui elementi costitutivi sono le persone: i lavoratori, le famiglie, gli studenti; il dirigente è solo il legale rappresentante. Le sue responsabilità sono quelle legate alla funzione dirigenziale, sostanzialmente gestionali ed esecutive rispetto alle delibere del Collegio dei docenti per le attività didattico educative, e alle delibere del Consiglio di Istituto La scelta dei docenti da parte del dirigente, la valutazione del merito con l’assegnazione di quote di salario accessorio, contraddice l’autonomia professionale degli insegnanti, ne condiziona la libertà di insegnamento, limita il pluralismo professionale, aprendo la strada di una neo-burocrazia, legata più alle procedure che al risultato dell’azione educativa. Questo sistema non ci convince, non ci piace, non rispetta i valori costituzionali assegnati al nostro sistema di istruzione. Occorre che il Governo si renda conto che sono scelte sbagliate da correggere. Ciò che emerge, fase dopo fase, nella applicazione della legge voluta dal Governo, è un sistema che si sta rivelando - come avevamo preannunciato – inefficace, ingiusto, impossibile da realizzare. E’ mancata una seria programmazione e la capacità di gestione di un sistema complesso, a cui ora bisogna fare fronte. A fenomeni complessi non si possono dare risposte semplicistiche, frutto di approcci ideologici. Questa è una legge pasticciata e contraddittoria, più la conosci e più ti rendi conto della impossibile o difficile realizzazione. La realtà dei fatti, come la democrazia, prima o poi ha la meglio. Ecco le proposte – fattibili - che mirano a trovare soluzioni concrete. Precariato Serve un piano anche pluriennale che metta a sistema il reclutamento. Tra vecchio e nuovo sistema serve una fase di assestamento che risolva le incongruenze e le iniquità introdotte dalla legge 107 che, peraltro, tra una fase ed un’altra, cambia modello e scelte: prima l’algoritmo, senza alcuna considerazione delle persone coinvolte , ora al contrario, ed era ora, puntando sulle persone e non sull’algoritmo. Ci troviamo oggi nella necessità di sanare le ingiustizie tra una fase e l’altra; tra la fase B e la fase C, realizzate con metodi opposti. Vanno sanate le ingiustizie, così come vanno coperti tutti i posti del piano di immissioni in ruolo. Va riaperta la procedura nazionale per la completa copertura prevista dalla legge stessa. Vanno messi a punto i provvedimenti destinati a coloro che, pur abilitati e con 36 mesi di servizio, non possono essere risolti dalla clausola di licenziamento inserita nella legge 107. Personale ATA Il personale Ata è parte integrante della scuola dell’autonomia. Vanno sbloccate le nomine in ruolo e trovate le risorse per il potenziamento per tutti i profili del personale Ata, anche per superare l’assurdo divieto sull’uso delle supplenze brevi. La scelta dei docenti E’ l’anello debole. Sposta l’equilibrio dei poteri e delle competenze previsto nella scuola dell’autonomia. La scelta dei docenti dagli albi a cura dei dirigenti scolastici, se presenta una sua ragione nell’organico potenziato, è impossibile se applicata a tutti i docenti. Non può funzionare concretamente. Contratto Il percorso da seguire è il rinnovo del contratto di lavoro che potrà definire gli ambiti, i diritti e gli obblighi e tutte le ricadute sul rapporto di lavoro, compresa la contrattazione decentrata di singola scuola, in cui dovrà confluire il sistema di valorizzazione del personale. La valutazione Non si può definire per i docenti un sistema e per i dirigenti un altro che è l’esatto opposto. Al di là della composizione degli organismi di valutazione, che presenta molti limiti, occorre un confronto ed una scelta il più possibile condivisa e coerente. Card per l’aggiornamento professionale I 500 euro – mette in chiaro il segretario generale della Uil scuola - non possono essere paragonati a un ‘buono pasto’ che è un diritto contrattuale. La loro finalità è quella di riconoscere la professionalità docente che, proprio come accade per il principio di libertà di insegnamento, ha dirette ricadute sugli alunni. Chi beneficia dunque – aggiunge Turi – di un insegnamento libero e di un insegnante aggiornato sono proprio gi alunni. Il punto è che occorre estenderla al personale docente che ne è stato escluso. Siamo al lavoro per trovare una soluzione che dia equità. Il diritto ai 500 euro è stato correttamente assegnato ai docenti che hanno ruoli sindacali. Inizio da me – sintetizza Pino Turi – che attualmente non svolgo funzione docente e ho intenzione di restituirlo, con una precisa finalità: quella di destinarla al riconoscimento del personale educativo che ne è stato ingiustamente escluso. |
< |
Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso il sito web della “UIL Scuola”, esterno, ai link » |
< |
Documentazione curata e/o segnalata da »
UIL Scuola
www.uilscuola.it
(link/siti esterni citati)
.
Ultimo aggiornamento (Martedì 27 Ottobre 2015 10:55)