Scuola infanzia: verso la proroga al 30 giugno
“Anche per il segmento della scuola dei più piccoli vanno definite le condizioni per la riapertura in sicurezza a settembre.” |
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Federazione Scuola dell’infanzia: verso la proroga della sospensione al 30 giugno La sospensione delle attività educative verrà prorogata al 30 giugno: sarebbe questa la decisione presa dal MI annunciata nel corso della riunione del tavolo permanente per gli esami di stato. Un provvedimento che giunge, perché sollecitato, e va a sanare in extremis, una situazione, l’ennesima, a cui non si era data l’attenzione necessaria. Anche per il segmento della scuola dei più piccoli il problema che attende di essere affrontato è ancora quello della riapertura a settembre. Restituire ai bambini ciò che hanno perso in quattro mesi di separazione dai loro compagni e si preparano ad una stagione nuova di curiosità e apprendimenti nella primaria. Tutto tace e non tranquillizza affatto la comunicazione del CTS sulla impossibilità di usare mascherine per i più piccoli. Il tema non è come difendersi dal virus, ma come l’infanzia scomparsa ai radar dei decisori politici – spiega Noemi Ranieri, segretario nazionale Uil Scuola – viene ancora una volta rimescolata tra i provvedimenti del Family Act. L’infanzia dovrebbe essere intesa come una categoria sociale, come oggetto di nuovi paradigmi sociali e culturali a cui riconoscere le proprie funzioni. Non è una condizione contingente destinata ad essere superata dall’ingresso nell’età adulta. Da questa ambiguità nascono tutte le altre – sottolinea Ranieri – le politiche per l’infanzia non si esauriscono con il dare una scuola o dei servizi educativi per i minori di tre anni, ma necessitano di un progetto dedicato che superi il freddo criterio della povertà educativa, sicuramente accentuata dall’impoverimento economico e sociale. Per rilanciare le politiche per i bambini da zero a sei anni, era stato messo a punto il decreto 65 sul sistema integrato per i servizi educativi e della scuola dell’infanzia. Decreto che aveva aperto una strada di lavoro ma che poi si è perso nel gioco delle carte dei provvedimenti che hanno maggiore urgenza. Il Covid ci ha portato a riflettere nuovamente, più drammaticamente, sulla necessità di mettere a punto un piano concreto, virtuoso e ricco di sfaccettature. La scuola dell’infanzia è basata su una didattica che prevede gioco e socializzazione. Non è servizio assistenziale. Sbaglia chi pensa di sostituire il lavoro fatto a scuola con attività ricreative e socio-educative che ora saranno prese in carico dagli enti locali, dall’associazionismo e dal terzo settore. La scuola dell’infanzia è altro dai centri diurni, centri estivi, gioca città che saranno organizzati a supporto di quei genitori che tornano al lavoro. Si tratta di attività complementari, mai sostitutive della scuola dell’infanzia che merita una programmazione strutturale e politica che consenta a tutti i bambini d questo segmento educativo di tornare a scuola in tutta sicurezza. Condividi questo articolo>
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^Fonte» UIL Scuola RUA_CS_12GIU2020 = RS_2020-06-12» |
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Ultimo aggiornamento (Venerdì 12 Giugno 2020 22:31)