Dirigenti scolastici: con la direttiva del MIUR un futuro da burocrati per una scuola burocratica
Un sistema che rischia di produrre dirigenti e scuole funzionali e dipendenti dal potere esecutivo. |
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1) Documentazione (sito esterno)
UIL Scuola, Comunicato – Documento, 09-04-2016 »
UIL Scuola UIL: PER LORO IL MIUR PREPARA UN TRISTE FUTURO DA TECNOCRATI "Eccellente, molto buono, buono, mancato raggiungimento degli obiettivi”: saranno questi voti che prenderanno i dirigenti scolastici in base ai nuovi criteri della direttiva sulla valutazione che ne fissa gli obiettivi e le modalità di composizione del nucleo di valutazione Un progetto di valutazione – mette in chiaro Rosa Cirillo, responsabile del dipartimento Dirigenti della Uil Scuola – che rischia di trasformare il dirigente scolastico in un funzionario, un burocrate da valutare in base al principio delle performance ideate dall’allora ministro Brunetta. Proprio lui che, in seguito, ha riconosciuto che non si può applicare quel modello valutativo alla scuola che ha sue specificità e diversa natura giuridica. I diritti della scuola – spiega il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi - la libertà di insegnamento, il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie sono garantiti dalla Costituzione. L’indipendenza e la terzietà delle scuole devono essere tutelati. La procedura proposta dal Miur, invece, comporterà una serie di conseguenze che privano la valutazione dei dirigenti scolastici di ogni garanzia di trasparenza e di salvaguardia dagli arbitri, mettendola nelle mani della burocrazia amministrativa con a capo i direttori scolastici regionali. La valutazione dei dirigenti scolastici, così come quella di tutto il personale appartenente alla scuola dell’autonomia, deve invece garantire l’esercizio dell’autogoverno della scuola e rinviare alla contrattazione ogni elemento di valutazione che riguardi il personale. Ci vogliono criteri oggettivi oggettività ed organismi indipendenti – aggiunge Turi - mentre le ricadute valutative su tutto il personale in servizio debbono trovare nel contratto la sede della discussione ed attuazione. Con il sistema di valutazione che c’è stato presentato – mette in rilievo Rosa Cirillo - la contrattazione dovrà stabilire solo come distribuire le risorse tra i dirigenti, sulla base delle “note di qualifica” decise dal direttore regionale in relazione all’istruttoria del nucleo di valutazione. Si tratta del ritorno alla burocrazia, dove l’esigenza di controllo e di condizionamento prevale su quella di valorizzare e migliorare il sistema. Una controriforma che ci riporta indietro di decenni. La contrattazione è il vero strumento di modernizzazione perché flessibile. Questo approccio - mette in evidenza Turi - può determinare norme contrattuali condivise, in un quadro di regole normative rispettose dei principi di autogoverno della scuola dell’autonomia. In questo modo si mantiene il necessario carattere di oggettività, con riferimento esclusivo agli atti dell’autonomia, alla valorizzazione delle risorse umane, alla condivisione dei modelli organizzativi messi in campo, alla cultura della promozione e del coinvolgimento degli organi collegiali nella gestione tutta dell’istituzione scolastica. Il comunicato dei coordinatori della dirigenza scolastica [*] |
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Fonte dei dati, informazioni e documenti/scaricabili sono reperibili presso il sito web della UIL Scuola, esterno, ai link » Il comunicato della UIL Scuola Il comunicato FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL |
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2) Documentazione (sito esterno)
OO.SS., Comunicato, 10-05-2016 »
Comunicato unitario sulla bozza di Direttiva per la valutazione dei dirigenti scolasticiLa Direttiva, presentata come “bozza” alle OO.SS. dell’Area V nell’incontro del 6 maggio 2016, pur richiamando il Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione di cui al D.P.R. 80/2013, lega prevalentemente la valutazione dei dirigenti scolastici ai compiti ad essi affidati dalla legge 107/2015. In quella sede ci sono state richieste osservazioni e modifiche, da formalizzare entro l’inizio della prossima settimana, preannunciando nel contempo un secondo momento di informazione nel corso del quale ci verrà illustrato il contenuto delle Linee Guida che, a detta dell’Amministrazione, dovranno implementare la Direttiva stessa con ulteriori precisazioni e chiarimenti operativi. Sulla Direttiva verrà richiesto il parere del CSPI. Senza una profonda modifica del testo che ci è stato prospettato e le conseguenti specificazioni delle annunciate Linee Guida, non potremo che contrastare le disposizioni suddette in ogni sede, in quanto il progetto di valutazione presentato trasforma il ruolo del dirigente scolastico in funzionario (burocrate) statale da valutare in base al principio delle performance ideate dall’allora ministro Brunetta, che aveva egli stesso riconosciuto di non dover applicare quel modello valutativo al settore scuola, vista la specificità del contesto e della diversa natura giuridica. È chiaro che nelle intenzioni del Ministro si vuole far regredire la gestione delle scuole in senso verticistico e burocratico; una deriva che non salvaguarda l’autonomia scolastica, intesa come libertà d’iniziativa, tutela della libertà di insegnamento e apprendimento, pluralismo culturale in un ambiente indipendente ed autonomo, e rende di fatto il dirigente scolastico funzionale e dipendente dal potere Esecutivo. Infatti, alla peggiorata condizione retributiva, alle “molestie burocratiche” e alle responsabilità sempre più pesanti che gravano sui dirigenti scolastici e che da tempo stiamo denunciando, si aggiungerà una valutazione ingiusta e offensiva che sposterà risorse dalla retribuzione di posizione a quella di risultato, in violazione della vigente normativa contrattuale, con la conseguenza che con i soldi di tutti si daranno premi a pochi. Abbiamo già avuto modo, in più occasioni, di chiarire che nella legge 107 non c’è un adeguato ri-finanziamento del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici con la conseguenza che :
Altro che riconoscimento e valorizzazione dei dirigenti scolastici! All’attribuzione ai dirigenti scolastici di nuovi compiti, che consideriamo sbagliati e controproducenti, seguirà una valutazione che prenderà in considerazione, tra l’altro, i risultati degli alunni e il grado di apprezzamento della comunità professionale e sociale nei confronti del dirigente. Una valutazione che avrà il fine esplicito di valutare il dirigente per come a sua volta avrà saputo valutare l’impegno e il merito individuale del personale e che sarà esercitata nei loro confronti dai Direttori Generali Regionali, con strumenti di garanzia attivabili solo in caso di valutazione negativa, e sulla base dell’istruttoria fatta da valutatori selezionati dall’Amministrazione (altro che valutatori indipendenti!) con criteri che nessuno ha oggi modo di conoscere. Nessuno potrà chiedere perché è stato valutato con il giudizio “buono” e non “molto buono” o “eccellente” e molto dipenderà dagli obiettivi che la scuola avrà scelto nel Piano di Miglioramento e che saranno automaticamente assegnati al dirigente insieme ad ulteriori obiettivi scelti dal MIUR e dai Direttori Regionali. La Direttiva delinea modalità e criteri di valutazione senza entrare nel merito degli indicatori, rinviati a linee guida che saranno emanate dai Direttori Generali del MIUR senza alcun confronto con le parti sindacali. Così come nessun confronto preventivo c’è stato sulla Direttiva, comunicata alle OO.SS. e contemporaneamente oggetto dell’ennesimo comunicato stampa trionfalistico del Ministro. Alla contrattazione integrativa viene riservata una funzione del tutto residuale; dall’impianto della bozza di Direttiva, infatti, si deduce che la contrattazione integrativa regionale sulla retribuzione di risultato, a conclusione della procedura di valutazione, non potrà far altro che prendere atto del numero dei dirigenti scolastici inseriti in ciascuna delle tre fasce di valutazione e definire gli importi delle loro retribuzioni entro i limiti già definiti dalla Direttiva. Si tratta dell’ennesima limitazione, che consideriamo illegittima e inaccettabile, alle prerogative della contrattazione. Non è così che si costruisce un sistema di valutazione condiviso e partecipato: il MIUR persevera nel procedere in modo unilaterale, salvo poi accusare strumentalmente le OO.SS di essere contrarie a qualsiasi percorso valutativo. Così si porta a conclusione l’ennesima operazione mediatica che non potrà che fare danno alla scuola e ai dirigenti. Questa è un’altra buona ragione per i dirigenti scolastici per partecipare allo sciopero del 20 maggio. Roma, 10 maggio 2016 I coordinatori nazionali Area V – Dirigenza Scolastica
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Ultimo aggiornamento (Martedì 10 Maggio 2016 16:16)