Dall’ambito alla scuola: certi dirigenti pretendono ‘garanzie’ anacronistiche
"Turi: siamo alla preistoria dei diritti essenziali della persona dove maternità e figli piccoli sono fattori discriminanti." |
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1) Documentazione (sito esterno)
Fonte: UIL Scuola, Comunicato -Documento, 12-08-2016 »
UIL Scuola Chiamata diretta Uil, la denuncia parte dalle Marche: nelle scuole i presidi pretendono ‘garanzie’ anacronistiche. Appare davvero impensabile che ci si trovi a dover ribadire diritti che vorremmo come assunti in via definitiva. Il corpo docente della scuola è fatto in gran parte da donne: proprio quelle a cui si chiede professionalità, attenzione, comprensione, inclusione, integrazione e rigore. Peccato che proprio quella umanità che le caratterizza – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi - sia la dote che viene sospesa da una visione tutta burocratica, anacronistica e lesiva dei diritti essenziali della persona. Che la chiamata diretta fosse sbagliata, inutile e dannosa, lo si era capito da subito. Avevamo immaginato –continua Turi - il condizionamento inaccettabile che avrebbe comportato, sia in termini di riduzione libertà di insegnamento, che di riduzione del pluralismo professionale. Non avremmo però, mai immaginato anche azioni di discriminazione come quelle che si stanno verificando. La realtà sta superando l’immaginazione. E pensare che con la trattativa sindacale avevamo trovato il giusto equilibrio: una procedura oggettiva e non discrezionale che avrebbe evitato ciò che sta avvenendo. Sbagliato l’assunto di partenza anche la procedura si è rivelata errata e dannosa: poniamo per un momento – mette in evidenza il segretario generale della Uil scuola - che le azioni di scelta dei dirigenti siano utili per la loro scuola. Tutti i docenti non scelti, per forza di cose, saranno collocati e concentrati in alcune scuole. Il risultato è, in ogni caso, quello di uno squilibrio del sistema complessivo. Dare poteri discrezionali ad una sola persona, senza prevedere validi contrappesi, è un errore che va subito corretto, la contrattazione è lo strumento giusto e il rinnovo del contratto può essere la sede per farlo. Se ne convincano i ‘falchi’ che hanno determinato la rottura del dialogo che – rilancia Turi - va subito ripreso. Allegato |
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Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso il sito web, esterno, al link [*] » |
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2) Documentazione (sito esterno)
OO.SS., Lettera aperta, 11-08-2016»
Ancona, lì 11/08/2016 AGLI ORGANI DI STAMPA LETTERA APERTA Siamo le Segretarie Generali di CISL e UIL Scuola Marche, in questo concitato mese di agosto, impegnate quotidianamente ad ascoltare e sostenere gli operatori della scuola che si presentano nei nostri uffici per i complessi adempimenti e gli innumerevoli problemi generati dall’ attuazione della legge 107/2015. Con questa lettera vogliamo dare voce allo sconcerto di chi subisce, senza la luce dei riflettori o l’attenzione dei media, una forma scandalosa di discriminazione. La voce è quella di tante giovani donne, molte di loro già madri, in questi giorni chiamate a colloquio dai dirigenti scolastici per essere assegnate ad una scuola mediante la tanto declamata “chiamata diretta”. In molte si sentono chiedere, non tanto la declaratoria dei propri titoli professionali o culturali e delle proprie esperienze e competenze, ma “Ha figli piccoli?”, “Ha intenzione di prendere l’aspettativa?”, “Ha intenzione di chiedere l’assegnazione per avvicinarsi a casa?”. Chiaramente una risposta affermativa determina spesso un “Le faremo sapere” che si risolve in un nulla di fatto. Difficile circostanziare questa subdola discriminazione fatta di frasi sibilline e di mezze parole. Ci sembra di essere tornate indietro di 50 anni, forse qualcuno ha cancellato i diritti sanciti prima dalla legge 1204/71 e poi dal decreto legislativo 151/2001? Certo nessuno perde il posto di lavoro ma ci sentiamo in obbligo di denunciare e stigmatizzare questi comportamenti che ledono i diritti delle donne e rendono la maternità uno svantaggio e non un punto di forza e di dignità femminile, un valore sociale riconosciuto da tutti. Tutto ciò con buona pace della “buona scuola” che al comma 16 recita: “Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità' promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, …” . Tuteleremo le lavoratrici con tutti gli strumenti in nostro possesso ma chiediamo a chi ha responsabilità politica di non ignorare e sottovalutare quanto sta accadendo e di riflettere sull’ efficacia e sul “valore aggiunto” che la chiamata diretta porta realmente al sistema scuola.
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Ultimo aggiornamento (Venerdì 12 Agosto 2016 22:03)