Libertà di insegnamento e Costituzione contro i tentativi di trasformare i docenti in esecutori non “contrastivi”
L’intervento della UIL Scuola contro i tentativi inutilmente dirigistici e professionalmente errati. |
> |
1) Documentazione (sito esterno)
UIL Scuola, 25 dicembre 2015, Comunicato - Documenti »
UIL Scuola Turi: urgenti interventi appropriati Mani libere su docenti 'contrastivi': lo spiega il sindacato dei presidi (Anp) nei suoi corsi di formazione sulla legge 107. Ciò che temevamo è accaduto
Uil Scuola scrive a parlamentari: la scuola è sede di libertà e pluralismo culturaleQuel che temevamo come peggiore tra le ipotesi, è accaduto. In una slide, utilizzata in un corso di formazione per dare indicazioni chiare e precise ai dirigenti scolastici si dice loro che la legge del Governo sulla scuola (la 107) ha tra i suoi vantaggi quello di poter avere “mani libere” in relazione a docenti “contrastivi”. Ci domandiamo chi sono questi docenti contrastivi – sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola - quelli che non condividono un pensiero, quelli che non condividono un metodo, quelli che non seguono le mode, quelli che non si adattano? Quelli che non vogliono capire i desideri degli alunni o dei genitori, quelli che agiscono secondo coscienza e insegnano con approccio e spirito laico, opponendo le loro tesi in antitesi con quelle delle altre, quelli che contrastano promozioni facili, quelli che ritengono che vada insegnata la teoria evolutiva della specie, piuttosto che il creazionismo, quelli che hanno credenze religiose, idee politiche o sessuali diverse? La scuola è luogo di libertà e pensiero critico. E i docenti di cui ha bisogno la nostra scuola sono proprio quelli che per tradizione e cultura hanno sempre adottato un metodo di insegnamento non dogmatico, comparativo, creando attraverso il dubbio spirito critico ed autonomia di pensiero. Distintivi appunto. Quelli che insegnano come pensare. Non cosa pensare. La nostra richiesta, peraltro ripetuta nelle sedi istituzionali – continua Pino Turi - deve trovare nella politica, nel mondo della formazione e della cultura, della società, un moto di reazione che non può finire in un semplice richiamo alle responsabilità. Servono, e in modo molto urgente, modifiche appropriate alla legge che impediscano e prevengano la trasformazione della scuola da luogo di pluralismo, cultura e libertà ad una sorta di ufficio pubblico in cui il dirigente decide in egual modo di persone e pratiche come procedure burocratiche da sbrigare. E’ una circostanza che merita l’attenzione massima, non solo del Governo e del Ministro, ma di tutta la comunità, politica e sociale – aggiunge Turi, precisando che lettera in tal senso viene inviata a tutti i parlamentari delle Commissioni Istruzione e Cultura. Lo scenario che si profila è quello delle scuole di tendenza. Si avvera il monito di Pietro Calamandrei - “ la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica. Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali” che nel ’45 prefigurava una sciagura del genere: quando la scuola diventa scuola di partito, si affossa la scuola pubblica e si apre alla scuola privata. Il governo si fermi. E’ ancora in tempo a cambiare le parti sbagliate della legge e questa, collegata al ruolo dei dirigenti, è quella su cui stiamo insistendo da tempo. |
< |
Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso il sito web della UIL Scuola, esterno, ai link »
|
< |
2) Documentazione (sito esterno)
UIL Scuola, 23 dicembre 2015, Lettera»
UIL Scuola VII Commissione Istruzione Gentili Onorevoli, Abbiamo appreso dagli organi di comunicazione che un sindacato dei dirigenti scolastici, nei corsi di aggiornamento e formazione sulle norme introdotte dalla legge 107, tra gli elementi positivi della legge cita la scelta di docenti da parte dei dirigenti. Una scelta quella della legge che abbiamo sempre ritenuto sbagliata e con profili di incostituzionalità palesi, in quanto lede la libertà di insegnamento e riduce, fino ad annientarlo, il pluralismo professionale, in una parola un condizionamento pesante che leva ossigeno alla scuola e al bisogno di libertà che in essa si deve respirare. Nei giorni scorsi è avvenuto quanto avevamo previsto con preoccupazione e denunciato più volte. L’ANP nelle slides preparate per un corso di formazione dei dirigenti certifica: la scelta dei docenti sarà discriminante e condizionante, i c.d. docenti “contrastivi” non saranno tra i destinatari di proposta di contratto! Ci domandiamo chi sono i docenti contrastivi: quelli che non condividono un pensiero, quelli che non condividono un metodo, quelli che non seguono le mode, quelli che non si integrano, quelli che non vogliono capire i desideri degli alunni e dei genitori, quelli che agiscono secondo scienza e coscienza e insegnano con approccio e spirito laico, quelli che oppongono le loro tesi in antitesi con quelle delle altre, quelli che incarnano una istruzione seria e concreta e contrastano promozioni facili, quelli che ritengono che vada insegnata la teoria evolutiva della specie, piuttosto che quella del creazionismo, quelli che hanno un’idea politica diversa da quella della classe dominante? Come Uil Scuola intendiamo ribadire che sono proprio questi i docenti di cui ha bisogno la scuola italiana che per tradizione e cultura hanno sempre adottato un metodo di insegnamento non dogmatico, ma comparativo, distintivo che, attraverso il dubbio, la comparazione e il confronto, hanno indotto, nell’apprendimento degli alunni, la ricerca dello spirito critico, dell’autonomia di pensiero, hanno insegnato non a cosa pensare, ma come pensare. La nostra richiesta, peraltro ripetuta in tutte le sedi istituzionali e ribadita in questa occasione, deve trovare non solo nella politica, ma nel mondo della formazione e della cultura, della società, un moto di reazione che non può finire in un semplice richiamo alle responsabilità e all’ormai ricorrente: chi sbaglia deve pagare. Non è con il giustizialismo che si risponde ad attacchi di questo genere, ma con appropriati ed urgenti modifiche che impediscano e prevengano la trasformazione della scuola, da luogo di cultura e libertà di espressione e pensiero, ad una sorta di ufficio pubblico in cui il dirigente decide le “pratiche” e le procedure burocratiche da sbrigare. E’ una circostanza che merita l’attenzione massima, di tutta la comunità, politica e sociale: si apre la strada alle scuole di tendenza, si avvera il monito di Pietro Calamandrei - “la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica… le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali” - che già negli anni ‘50 prefigurava una sciagura del genere: quando la scuola diventa scuola di partito, si affossa la scuola pubblica e si apre alla scuola privata. Chiediamo a voi che avete la rappresentanza e la responsabilità politica della comunità tutta, un appello per valutare gli eventuali interventi correttivi con provvedimenti opportuni, adeguati e urgenti per cambiare le parti della legge che potrebbero rappresentare anche solo potenzialmente un danno, forse irrimediabile, ad una istituzione costituzionale come è la Scuola, che rappresenta l’architrave democratica di questo Paese. Giuseppe Turi |
< |
Ultimo aggiornamento (Martedì 29 Dicembre 2015 00:28)