Progetto UE-USA di libero scambio commerciale TTIP sull’istruzione: le preoccupazioni del mondo della scuola
Escludere l’istruzione e la formazione dai negoziati TTIP. |
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OO.SS., 14 aprile 2014, Estratto
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Segreterie Generali Roma, 14 aprile 2014 Al Presidente del Consiglio Oggetto: Escludere l’istruzione e la formazione dai negoziati TTIP. Il Comitato Sindacale Europeo dell'Educazione (CSEE), di cui FLC CGIL , CISL SCUOLA e UIL SCUOLA sono componenti, sapendo che sono in corso consultazioni tra la Commissione Europea e i Paesi membri, ha deciso di mobilitare le organizzazioni affiliate per un'iniziativa comune. Pertanto vi scriviamo per manifestare le nostre preoccupazioni riguardo alla proposta di scambio e di partenariato transatlantico per gli investimenti (TTIP) e sul potenziale impatto del progetto UE-USA di libero scambio commerciale TTIP sull’istruzione. Malgrado i colloqui siano in una fase iniziale, siamo tuttavia preoccupati perché pensiamo che l'ampio campo di applicazione e copertura previsto dalla TTIP potrebbe comportare rischi potenzialmente gravi per le politiche e per le istituzioni educative, e per insegnanti e studenti. Se venissero pienamente applicate ai servizi pubblici ed in particolare all'istruzione, le regole del commercio potrebbero limitare fortemente il margine di azione pubblica, blindare ed intensificare le pressioni della privatizzazione e della commercializzazione. Questo spiega perché l'educazione ad oggi rimane uno dei settori meno coperti dai vari accordi commerciali di cui l'UE è parte attiva. Siamo consapevoli, tuttavia, che vi è rinnovata pressione dei lobbisti dell'industria e di alcuni governi per allargare la portata degli impegni che riguardano l’istruzione nella TTIP. Chiediamo pertanto di resistere a queste pressioni e di agire per proteggere completamente il settore dell’istruzione. Se l'istruzione fosse compresa nella TTIP, le conseguenze sarebbero gravi. Norme che disciplinano l'accesso al mercato potrebbero ridurre la capacità degli Stati membri dell'UE di limitare l'ingresso e regolare la qualità di istituzioni e scuole private forprofit, a scopo di lucro. Qualsiasi misura adottata per promuovere elevati standard qualitativi nei processi di autorizzazione e accreditamento potrebbe potenzialmente essere interpretata come una "barriera mascherata agli scambi commerciali" o "scambi più onerosi del necessario". Inoltre, se un processo di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato è parte della TTIP, queste società di formazione private della UE o degli Stati Uniti avrebbero il diritto di contestare legalmente davanti ai tribunali internazionali qualsiasi misura adottata dalla controparte nel caso le sentissero come una interferenza nei propri profitti. Ciò potrebbe avere un grave impatto sul processo decisionale democratico nel settore. Siamo particolarmente allarmati dal fatto che la TTIP potrebbe contenere una clausola cosiddetta “ratchet” “tenaglia" come è nell’accordo economico e commerciale globale tra Canada e UE (AECG-CETA). La clausola infatti impone alle parti di associare automaticamente qualsiasi liberalizzazione autonoma. In pratica questo significa che se un governo dovesse scegliere di aprire il settore dell'istruzione, in tutto o in parte, ciò diventerebbe poi un impegno vincolante nel contratto. I governi futuri, anche se eletti col mandato di annullare tali misure, sarebbero fortemente limitati nel farlo pena incorrere in un risarcimento significativo. Ciò rappresenta un vincolo inaccettabile per la democrazia. Crediamo che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero premere per una esclusione generale o “carve –out” dell'istruzione e altri servizi pubblici vitali/essenziali da questi accordi. L’accordo attuale dell'OMC Accordo generale sul commercio dei servizi (GATS) che prevede una deroga per i "servizi prestati nell'esercizio di poteri governativi", e cioè pubblici, ha dimostrato di essere poco chiaro e aperto a interpretazioni contrastanti. È quindi necessaria una esclusione ampia e definitiva. Tale ampio “carve-out”, esclusione generale, dell’istruzione non sarebbe senza precedenti. Il Consiglio dei Ministri per gli Affari esteri dell'Unione europea ha recentemente chiesto una deroga dalla TTIP per il settore audiovisivo. La giustificazione per questo si è basata sull'obiettivo di interesse pubblico di preservare e promuovere la diversità culturale e linguistica. Pensiamo che lo stesso ragionamento debba valere anche per l'istruzione . Noi pensiamo che le norme commerciali non devono mai limitare la capacità dei governi e delle autorità pubbliche designate di fornire un'istruzione pubblica di qualità. Chiediamo pertanto al Governo di garantire questo interesse pubblico, e quindi di Stato, escludendo esplicitamente tutti i servizi di istruzione dai negoziati TTIP . Speriamo nel vostro sostegno attivo per salvaguardare un'istruzione di qualità in europea e rimaniamo a vostra disposizione per eventuali chiarimenti e/o approfondimenti. Porgiamo distinti saluti.
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OO.SS. |
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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 23 Aprile 2014 00:43)