Istruzione, migranti e minori in Italia
Il Dossier della Uil Scuola Rua, “D’Aprile: la scuola è luogo di responsabilità e diritti.” |
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Federazione Istruzione e migranti in Italia: Da ‘clandestini’ a ‘irreperibili’: le sorti dei minori che arrivano in Italia. Il lungo periodo di transito impedisce l’esercizio dei diritti fondamentali. “Dal Consiglio dei Ministri di oggi [N.d.R.: 27 Settembre 2023], ci attendiamo un segnale nel senso dell’inclusione e del rispetto dei trattati internazionali e della Costituzione che garantisce pienamente ai minori il diritto universale all’istruzione e alla sicurezza. I minori che arrivano in Italia non rappresentano un’emergenza, ma una costante in crescita da qui ai prossimi anni. È per questo che in loro supporto, servono interventi concreti e non annunci”. Questo il commento del Segretario generale D’Aprile in merito all’indagine della Uil Scuola Rua sugli studenti stranieri in Italia. La scusa dell’imprevedibilità degli arrivi non può essere una giustificazione per la mancanza di misure. I minori, che si trovano nel nostro Paese, hanno diritto all’istruzione – sottolinea – indipendentemente dalla regolarità del soggiorno dei loro genitori (Testo Unico Immigrazione 286/98). Quello dell’istruzione è uno dei diritti principali della persona. Fino ad oggi ad aiutare i minori stranieri in Italia – ricorda il Segretario – è stata la cura e la sensibilità del personale della scuola che ha rappresentato e rappresenta il vero filtro dell’accoglienza favorendone e curandone l’ingresso. È necessario – conclude D’Aprile – superare l’idea che i migranti rappresentino un costo sociale. Rappresentano una realtà del nostro Paese e come tale dovrà essere loro garantita assistenza e istruzione. IL DOSSIER Secondo la Costituzione italiana (articolo 34), «La scuola è aperta a tutti» e non esistono programmi o istituti scolastici separati per bambini con bisogni speciali. I documenti che la scuola è tenuta a richiedere quando un bambino migrante presenta domanda di iscrizione, devono essere gli stessi richiesti ad un bambino italiano, e, la mancanza di documenti di identificazione, di documentazione sanitaria e/o certificati scolastici, non preclude l’iscrizione del bambino. Se non è in grado di presentare alcun documento di identità, deve essere iscritto su una lista di riserva che non precluderà, comunque, la sua partecipazione e l’ottenimento del certificato finale. La normativa italiana garantisce il diritto all’istruzione di minori migranti, richiedenti asilo e rifugiati. I minori non possono essere espulsi ed hanno diritto all’istruzione dai 6 ai 16 anni indipendentemente dallo status di immigrati regolari o irregolari del genitore/affidatario (sola eccezione è quella in cui seguono il genitore/affidatario espulso, Dlgs 286/98, art. 19). Quella che offre lo Stato italiano è, dunque, una tutela ampia per i minori stranieri che viaggiano da soli, a prescindere che abbiano richiesto o meno a protezione internazionale. È prevista la nomina di un tutore legale e il riconoscimento dei diritti fondamentali: diritto alla protezione, alla salute, all’istruzione, a condizioni di vita adeguate. L’impatto delle politiche migratorie sul diritto all’istruzione Fino al 2014 i minori non accompagnati erano soggetti alle stesse regole applicate per i bambini italiani abbandonati. Negli anni, la concentrazione di minori in alcuni territori ha portato a misure più restrittive, e a violazioni, comportando spesso la violazione dei diritti fondamentali, con nuovi sistemi di accoglienza per i minori non accompagnati. Le legge italiana (Dlgs 142/15) prevede per i minori non accompagnati un regime di protezione specifico: non possono essere trattenuti nei Centri di identificazione e non possono essere accolti nelle stesse strutture di accoglienza destinate agli adulti. Principi che vengono disattesi costantemente. La nomina di un tutore può richiedere anche un anno di attesa. Tempo nel quale non c’è nessun diritto all’istruzione, né nessuna protezione internazionale. È un tempo senza tempo e senza identità. Circostanza coatta che impedisce non solo l’apprendimento della lingua ma anche ogni forma di integrazione scolastica, sociale o professionale. Questa situazione vale anche per i minori stranieri “in transito”, coloro che, una volta arrivati in Italia, decidono di continuare il loro viaggio verso altri Paesi. La possibilità di fare richiesta di ricongiungimento familiare, di asilo, o trasferimento è regolata dai trattati di Dublino, ma i tempi della burocrazia e la chiusura di alcuni confini, li porta ad essere esposti più di prima. In molti scelgono la clandestinità. È così che diventano ‘irreperibili’. La forza delle scuole, il coraggio degli insegnanti L’Ocse, in una ricerca del lontano 2016 (Supporting Teacher Professionalism) ribadiva il ruolo attivo delle scuole: il sistema scolastico italiano valorizza l’autonomia delle scuole e degli insegnanti., cosa che ha un impatto positivo quando si tratta di sviluppare soluzioni personalizzate per bambini con bisogni educativi speciali, come i richiedenti asilo o bambini non accompagnati. Tuttavia, questa autonomia non potrà mai essere effettiva se lasciata alla sola iniziativa delle istituzioni scolastiche, senza risorse, supporto e linee di indirizzo su come permettere a questi bambini di integrarsi al meglio. È tutto lasciato al buon senso, alla volontà e all’intelligenza delle persone, alla sensibilità degli insegnanti, del collegio dei docenti e della dirigenza di ogni singolo istituto. Stabilire procedure comuni rispetto alla normativa esistente Integrare le pratiche locali in un percorso istituzionale nazionale Il ruolo del personale amministrativo Migliorare l’accesso all’istruzione dell’infanzia e primaria Aprire le strade all’istruzione secondaria Bisogna mettere gli istituti in grado di elaborare interventi mirati in vari campi: sostegno linguistico, mediazione culturale, personale docente specializzato, ore lavorative extra, sovraffollamento delle classi. Non ultimo, in una scuola del merito, sarebbe opportuno istituire borse di studio e meccanismo di supporto che permettano ai minori migranti e rifugiati di intraprendere e continuare il percorso scolastico anche fuori dal percorso dell’obbligo, fino alla maggiore età e alla conclusione degli studi superiori. In allegato* il dossier della Uil Scuola Rua. Tra i materiali: Macrotemi:
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^Fonte» UIL SCUOLA RUA» Cmn-Dcm_27sett2023=RS_2023-10- 02» |
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Ultimo aggiornamento (Lunedì 02 Ottobre 2023 13:14)