Comprendere la legge n° 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto l’Educazione Civica obbligatoria in tutti gli ordini di scuola a partire dall’anno scolastico 2020/2021.”

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Federazione
UIL Scuola RUA

Documentazione
Roma, 24 Luglio 2020

L’insegnamento dell’educazione civica e il piano di formazione per l’anno scolastico 20/21

La legge n° 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto l’Educazione Civica obbligatoria in tutti gli ordini di scuola a partire dall’anno scolastico 2020/2021. La decisione interviene a modificare l’insegnamento di cittadinanza e costituzione introdotto nel 2008 con l’obiettivo di formare cittadini responsabili e attivi e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri. Nella scheda Uil Scuola il punto su che cosa devono fare le scuole: modalità, formazione, criticità.

LA SCHEDA DI ANALISI DELLA UIL SCUOLA
[N.d.R.> Documentazione/ Link/ Indirizzi presenti nella nota UIL Scuola RUA originale e/o disponibili sui siti segnalati*> PDF, che può essere scaricato, 145 KB]


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Estratto

Federazione
UIL Scuola RUA

L’INSEGNAMENTO DELL’EDUCAZIONE CIVICA E IL PIANO DI FORMAZIONE PER L’ ANNO SCOLASTICO 20/21
SCHEDA DI SINTESI

La legge n° 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto l’Educazione Civica obbligatoria in tutti gli ordini di scuola a partire dall’anno scolastico 2020/2021. La decisione interviene a modificare l’insegnamento di cittadinanza e costituzione introdotto nel 2008 con l’obiettivo di formare cittadini responsabili e attivi e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.

MODALITÀ

La legge prevede che le scuole organizzino un curricolo di almeno 33 ore annue e che valutino l’educazione civica come una disciplina a parte anche se svolta in forma trasversale.

Non prevede l’assegnazione di un organico ad hoc, nonostante la descrizione di contenuti complessi ed articolati, che lo avrebbero ben necessitato, in continuità con tutte le scelte che scaricano sulle scuole e sugli insegnanti la cosiddetta innovazione, senza considerare che questa, per essere reale necessita di risorse adeguate, tempi dedicati, condizioni di attuazione in linea con la complessità della organizzazione scolastica in generale, e con quella derivante, nella attualità dell’anno scolastico 20/21 dalle difficoltà generate dalla pandemia e dalle conseguenze di una ripartenza in sicurezza.

Il ministero e le altre istituzioni pubbliche sono impegnate nelle azioni di supporto e implementazione della cultura dell’educazione civica attraverso l’istituzione di un Albo di Buone pratiche, l’indizione di Concorsi annuali per valorizzare le migliori esperienze, ogni due anni inoltre una relazione al Parlamento presenterà i risultati raggiunti.

Ma ciò non è sufficiente per sostenere le scuole.

Le linee guida con obiettivi di apprendimento e traguardi per lo sviluppo di competenze con particolare riguardo alla AGENDA 2030 sono stati definite in modo poco puntuale dal ministero. Una definizione più precisa è rimessa alle scuole, a conclusione della fase sperimentale nell’anno scolastico 21/22.

COSA DEVONO FARE LE SCUOLE

Per gli anni scolastici 2020/21 e 2021/22 le scuole dovranno procedere

• A declinare l’organizzazione delle 33 ore all’interno del monte ore già esistente anche definendo eventuali attività progettuali, di recupero e potenziamento

• Ad integrare il profilo delle competenze al termine del 1° ciclo e il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente, a conclusione della scuola secondaria di II grado con quanto indicato negli allegati B e C alle linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica, ai sensi dell’art.3 della legge 20/8/2019 n.92

• Ad integrare i regolamenti d’istituto.

• Ad approntare il patto di corresponsabilità per la scuola primaria • Alla revisione dei curricoli attraverso riunioni dei consigli di classe e dei dipartimenti per ricomprendervi le tematiche che dovranno essere affrontate, tenendo presente anche le diverse età degli alunni e i diversi gradi d’istruzione.

• A rivedere i criteri di valutazione

• Ad integrare lo statuto delle studentesse e degli studenti nelle scuole secondarie

• A prevedere le eventuali attività formative da effettuare

Entro il mese di ottobre, come previsto dall’art1 c.12 della legge 107/2015, andrà quindi rivisto ed aggiornato il PTOF dal quale dovrà, inoltre, evincersi il legame tra tutti i numerosi contenuti della legge sull’Educazione Civica e le varie materie disciplinari per sviluppare negli alunni la capacità di agire da cittadini responsabili in grado di partecipare pienamente e consapevolmente alla vita civica, sociale e culturale della comunità (art 1 L.92/2019)

Viene richiamata la collaborazione con le famiglie al fine di promuovere comportamenti improntati a una cittadinanza consapevole (art.7).

La complessità ed il carico di lavoro appaiono eccessivi anche perché le scuole dovrebbero rivedere il Ptof ed inserire le tematiche, le metodologie, i criteri di valutazione anche rivedendo il curricolo d’istituto, il regolamento e criteri valutazione.

La revisione del Ptof va fatta entro il mese di ottobre e la formazione dei docenti che dovranno gestire tutta l’innovazione a scuola comincerà molto dopo. Ancora una volta si chiede alla scuola di cominciare a lavorare senza indicazioni precise, senza referenti che, a cascata, formino gli altri docenti, senza indirizzi per rimodulare il Ptof, poiché la formazione potrebbe concludersi anche in prossimità della conclusione dello stesso anno scolastico.

EDUCAZIONE CIVICA E CURRICULA

I curricoli dovrebbero essere lo strumento fondamentale che guida il lavoro dei docenti e dovrebbero essere strumento snello, flessibile, dinamico che ogni alunno può percorrere con modalità differenti secondo le sue personali attitudini proprio per attuare quel principio di personalizzazione degli apprendimenti che tutta la normativa vigente chiede alla scuola.

Ma non saranno pronti a settembre.

Per Ia scuola, che sta vivendo un momento di estrema difficoltà in vista del rientro, a settembre, in classe, sarebbe saggio non sovraccaricare i docenti di nuove problematiche, lasciate ancora una volta, in solitudine a gestire la complessità, senza indicazioni a subire il carico di lavoro ulteriore e responsabilità.

LE DELIBERE COLLEGIALI

In attesa che la macchina venga messa in condizioni di camminare, con interventi di formazione che abbiano raggiunto almeno i referenti e i coordinatori di ciascuna classe, e’ già più che sufficiente, secondo la UIL, che i docenti, tra gli insegnamenti delle varie discipline segnalino la corrispondenza delle parti degli ambiti di insegnamento con quelli previsti dalla nuova disciplina, senza ulteriore aggravio di lavoro.

In tal senso potrebbe essere adottata una delibera collegiale generale del collegio dei docenti e una sua declinazione nel team di insegnanti della scuola primaria e nei consigli di classe della scuola secondaria di primo e secondo grado.

CONTENUTI E OBIETTIVI DELL’INSEGNAMENTO

Le indicazioni sui contenuti spaziano dalla organizzazione e struttura dello Stato (Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale) allo studio del diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; all’ educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari ;educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di protezione civile; educazione finanziaria.

Nelle Linee guida vengono individuati tre ambiti:

1. Conoscenza COSTITUZIONE ITALIANA, diritto nazionale e internazionale per promuovere e condividere i principi di LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ.

2. CITTADINANZA DIGITALE per analizzare, confrontare e valutare criticamente contenuti digitali, conoscere le norme per interagire negli ambienti digitali e le politiche sulla privacy applicate ai servizi digitali per proteggere sé stessi e gli altri.

3. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela della salute, del benessere della persona, del patrimonio territoriale.

CHI INSEGNA E COME SI VALUTA

Nella scuola primaria, l’unica in cui si prevede l’introduzione di un Patto di corresponsabilità l’insegnamento è affidato ai docenti del team.

Nella secondaria di primo grado trasversalmente a tutti i docenti del Consiglio di classe.

Nella secondaria di secondo grado è affidato a docenti abilitati all’insegnamento di scienze giuridiche ed economiche, se disponibili. In ogni caso la “prospettiva trasversale dell’insegnamento supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo la valenza di matrice valoriale trasversale da coniugare con le discipline di studio, che vorrebbe evitare aggregazioni superficiali di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari”.

Nella scuola dell’infanzia devono essere previste iniziative di sensibilizzazione al tema della cittadinanza e ai contenuti della Costituzione con riferimento alle indicazioni nazionali per il curricolo, secondo il documento dei nuovi scenari.

I criteri di valutazione, deliberati dal Collegio dei Docenti e inseriti nel Ptof, dovranno essere rivisti ed integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione dell’educazione civica.

Un coordinatore di classe scelto dal team o dai consigli di classe formulerà la proposta di voto in decimi acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti, che dovranno far riferimento agli obiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze, declinati, in fase sperimentale per gli anni 20/21 e 21/22 nel curricolo d’istituto.

Dall’a.s.22/23 obiettivi e competenze saranno definiti dal MI e quindi uguali per tutte le scuole.

LA VALUTAZIONE

Si esprime:

SCUOLA PRIMARIA con un giudizio

SCUOLA SECONDARIA di primo e secondo grado con un voto con ricaduta sul giudizio/voto di comportamento.

FORMAZIONE

Le iniziative di formazione saranno, di norma, programmate a livello territoriale e affidate alla gestione delle SCUOLE POLO PER LA FORMAZIONE; le risorse assegnate sono calcolate in base al numero degli insegnanti.

La formazione avrà lo scopo di garantire la realizzazione delle attività scolastiche in progetti multidisciplinari e dare concretezza alla trasversalità dell’insegnamento.

Sarà organizzata anche online, privilegiando attività laboratoriali attraverso l’intervento di esperti.

Dovrà concludersi entro la fine dell’anno scolastico 20/21. Molto tardi quindi rispetto ai tempi di progettazione delle attività delle scuole, che rischiano di non poter contare nemmeno su questo fragile supporto.

CRITICITÀ

1. L’assenza di un organico dedicato, costituisce la prima e più grande criticità. L’incoerenza delle scelte fatte in ordine alla trasversalità - nel secondo grado l’insegnamento è assegnato ai docenti delle scienze giuridico economiche - crea confusione e induce questi docenti a considerare il valore della disciplina diminutivo rispetto alla funzione fin qui svolta dalla disciplina stessa.

2. La nomina da parte del dirigente scolastico di un referente ad hoc che dopo aver partecipato a 10 ore di formazione, svolgerà azioni di supporto e monitoraggio ai colleghi secondo un modello a cascata per ulteriori 30 ore. Questa attività di supporto non corrisponde alla formazione ma si prefigura in realtà come attività funzionale all’insegnamento da parte di alcuni docenti individuati dal dirigente, con nomina del collegio dei docenti. Il lavoro aggiuntivo sarà quindi svolto da un docente prescelto dal dirigente ma retribuito con le ordinarie disponibilità finanziarie del fondo d’istituto. Questo richiede molta attenzione nei Collegi dei docenti alla scelta di chi dovrà essere nominato referente.

3. Le risorse finalizzate alla formazione ammontano a quattro milioni di euro. Non sono aggiuntive ma vengono scorporate dai finanziamenti annualmente disponibili per la formazione dal contratto integrativo nazionale sulla formazione. La scelta è stata compiuta unilateralmente dall’amministrazione. La Uil chiede che vadano introdotte misure di ristoro della somma, in considerazione che tra le priorità che il CCNI annuale sulla formazione erano fissate al primo posto azioni per la sicurezza e la salute, rese ancor più importanti dalla situazione emergenziale connessa alla pandemia.

4. Appare evidente la grossa criticità legata al fatto che una innovazione come questa, che contiene un elenco enorme di contenuti, sebbene organizzati nei tre ambiti Costituzione, Cittadinanza digitale e Sviluppo sostenibile sarà difficilmente attuabile nelle scuole. Solo l’Agenda 2030 sullo Sviluppo sostenibile e i suoi 17 goals, inclusi nella legge 92/19, richiederebbero annualmente ben più di 33 ore e sono solo una parte degli argomenti da sviluppare. Autonomia scolastica e flessibilità organizzativa non possono costituire l’alibi per lasciare le scuole sole ad arrangiarsi anche nel fare sintesi di provvedimenti ed azioni globali che richiederebbero ben altri tipi di azioni ed investimenti.


Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso siti web/portali, esterni, ai link»

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UIL SCUOLA RUA
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