La scienza del patrimonio culturale: la via per una struttura di ricerca europea
Se ricerca ed economia percorrono con decisione la strada della valorizzazione dei beni culturali come potenziare e sostenere gli indirizzi di scuola secondaria che possono dare un utile contributo? |
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1) Documentazione (sito esterno)
Fonte: CNR, Cs 23/2017, 29-03-2017»
CNR Un hub per la scienza del patrimonio culturale Si è tenuto oggi a Firenze, presso la Sala Capitolare della Caserma Redi (ex Convento del Maglio), il workshop internazionale ‘Towards a European Research Infrastructure for Heritage Science’, evento di avvio della fase preparatoria ‘E-RIHS PP - European Research Infrastructure for Heritage Science Preparatory Phase’, l’infrastruttura di ricerca europea per la scienza del patrimonio, unico dei sei nuovi progetti entrati nella Roadmap ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructure) nel 2016 a guida italiana. Per questo avvio la Commissione Europea ha approvato un finanziamento di 4 milioni di euro sul programma di ricerca e sviluppo Horizon 2020. Il progetto è finanziato dall’Ue e sostenuto da Miur, Mibact, Mise, patrocinato da Comune di Firenze e Regione Toscana, con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che si è impegnata a mettere a disposizione l’immobile (cioè la Caserma Redi) nel caso Firenze diventi la sede permanente. “L’Italia con il Cnr è il capofila dell’European Research Infrastructure for Heritage Science Preparatory Phase, il cui consorzio conta 15 Stati membri più Israele”, spiega il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Massimo Inguscio. “Per il nostro paese tre ministeri sostengono l’iniziativa: dell’Istruzione, università e ricerca (Miur) che è il ministero di riferimento, quelli dei Beni, attività culturali e turismo (Mibact) e dello Sviluppo economico (Mise). Lo scopo di E-RIHS è costituire un’unica infrastruttura di ricerca all’avanguardia a livello mondiale in materia di patrimonio culturale, naturale e archeologico, con laboratori e centri distribuiti in tutta Europa che offrano accesso a strumentazioni di alto livello scientifico, metodologie innovative e banche dati. La città di Firenze - con il patrocinio del Comune e della Regione Toscana - è la candidata europea a ospitare l’hub di questa infrastruttura di ricerca globale a guida italiana che aggregherà eccellenze della scienza e del patrimonio culturale in Italia e in Europa”. Fanno parte di E-RIHS l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), il Consorzio universitario per lo sviluppo dei sistemi a grande interfase (Csgi) e il Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali (INSTM). Sono protagonisti della nascente infrastruttura europea anche istituti centrali del Mibact, in prima fila l’Opificio delle Pietre Dure (Opd) che ha sede a Firenze. Comprese nell’infrastruttura anche prestigiose istituzioni di ricerca tra cui il Museo del Prado di Madrid, la National Gallery of London, il CNRS-Centre national de la recherche scientifique (FR), il CSIC-Consejo Superior de Investigaciones Científicas (ES), il FORTH-Foundation for Research and Technology (GR), l’Istituto Archeologico Tedesco (DAI) e il Sincrotron SOLEIL (FR). E-RIHS unisce - secondo un approccio integrato alla scienza del patrimonio (Heritage Science) - competenze quali metodologie fisiche applicate ai beni culturali, nuovi materiali per la conservazione e il restauro, archeologia digitale, e studiosi e professionisti quali archeologi, storici dell’arte, paleo-antropologi e paleontologi, restauratori, scienziati della conservazione. L’infrastruttura intende cioè aggregare scienze dure e umanistiche in un’ottica transdisciplinare, per affrontare i temi al patrimonio culturale, naturale e archeologico. E-RIHS sarà organizzata in quattro piattaforme: Molab per gli strumenti mobili per analisi non-invasive sul patrimonio da realizzare in-situ; Fixlab costituito da grandi infrastrutture quali sincrotroni, sorgenti di neutroni, acceleratori per datazioni e caratterizzazione dei materiali d’interesse; Archlab che comprende archivi fisici in gran parte inediti, contenuti in musei, gallerie e istituti di ricerca europei; Digilab per l’accesso diretto a banche dati e biblioteche digitali. La fase operativa avrà una durata di tre anni (2017-2019), durante i quali saranno definiti i principali assetti del funzionamento dell’infrastruttura: ‘governance’, piano economico, regolamenti e logistica, sede legale e operativa del consorzio europeo d’infrastruttura di ricerca (ERIC) del quale sono state avviate le procedure di costituzione da parte dei Paesi europei coinvolti. L’ERIC è un soggetto giuridico speciale riconosciuto in tutti i paesi membri dell’Unione e in quelli associati. Ne fanno parte gli stati membri, che aderiscono a livello governativo indicando i loro attuatori scientifici nazionali. La città di Firenze si candida ad ospitare l’hub europeo di questa infrastruttura all’interno della Caserma Redi: quasi 3.000 mq saranno messi a tale scopo a disposizione grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. La Caserma Redi è una struttura sanitaria, attualmente in uso all'Istituto geografico militare, rientrante nell'accordo tra ministero della Difesa, Comune di Firenze e Agenzia del Demanio per la razionalizzazione e la valorizzazione di alcuni immobili militari presenti sul territorio fiorentino. La scheda |
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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 29 Marzo 2017 23:23)